L'educazione nel mondo greco
LA GRECIA ARCAICA E I POEMI DI OMERO
Le testimonianze più antiche di una forma di educazione provenienti da quest'area sono i miti. In particolare due poemi: l'Iliade e l'Odissea. I poemi sono grandi narrazioni di personaggi eroici. L'Iliade e l'Odissea sono attribuite a un cantore cieco: Omero. Esso non ha fatto altro che raccogliere e unificare leggende precedenti diffuse nell'area greca. Nei pomeri omerici compare il concetti di aretè. Questo termine significa la virtù, nel senso di capacità o abilità. Esistono quindi varie aretè.
L'Iliade racconta l'assedio della città di Troia a opera degli Achei: qui ci troviamo di fronte all'aretè guerriera. Gli eroi sono esempi, modelli educativi di virtù belliche.
L'Odissea narra invece delle peregrinazioni attraverso il Mediterraneo di Ulisse. Ulisse si trova in situazioni difficili che richiedono, oltre al coraggio e alla forza, una buona dose di astuzia e intelligenza. Si può dire che in quest'opera prevalga l'aretè intellettuale.
ESIODO E L'ARETE' DEL MONDO CONTADINO
Accanto a Omero va ricordato Esiodo,il poeta più antico della Grecia continentale. Per un periodo è stata negata una vera unità alle sue opere più famose, la Teogonia e le Opere e i giorni,considerate solo un assemblaggio di poesie.
Nella Teogonia,un poema in 1022 versi, Esiodo racconta dell'origine del mondo ed elenca le generazioni degli dei corrispondenti ai tre periodi della storia del mondo: Urano,Crono e Zeus.
Le Opere e i giorni sono un poema di 828 versi,più unitario della Teogonia.
Nelle Opere vengono affrontati due concetti fondamentali del lavoro e della giustizia, esposti ricorrendo al mito di Prometeo e a quello delle cinque età degli uomini. Inoltre sono presenti consigli di morale e di economia, i precetti sui lavori agricoli e sulla navigazione e infine i consigli per il matrimonio e i rapporti con gli amici. L'aretè descritta da Esiodo è dunque quella del mondo contadino greco delle origini.
Le testimonianze più antiche di una forma di educazione provenienti da quest'area sono i miti. In particolare due poemi: l'Iliade e l'Odissea. I poemi sono grandi narrazioni di personaggi eroici. L'Iliade e l'Odissea sono attribuite a un cantore cieco: Omero. Esso non ha fatto altro che raccogliere e unificare leggende precedenti diffuse nell'area greca. Nei pomeri omerici compare il concetti di aretè. Questo termine significa la virtù, nel senso di capacità o abilità. Esistono quindi varie aretè.
L'Iliade racconta l'assedio della città di Troia a opera degli Achei: qui ci troviamo di fronte all'aretè guerriera. Gli eroi sono esempi, modelli educativi di virtù belliche.
L'Odissea narra invece delle peregrinazioni attraverso il Mediterraneo di Ulisse. Ulisse si trova in situazioni difficili che richiedono, oltre al coraggio e alla forza, una buona dose di astuzia e intelligenza. Si può dire che in quest'opera prevalga l'aretè intellettuale.
ESIODO E L'ARETE' DEL MONDO CONTADINO
Accanto a Omero va ricordato Esiodo,il poeta più antico della Grecia continentale. Per un periodo è stata negata una vera unità alle sue opere più famose, la Teogonia e le Opere e i giorni,considerate solo un assemblaggio di poesie.
Nella Teogonia,un poema in 1022 versi, Esiodo racconta dell'origine del mondo ed elenca le generazioni degli dei corrispondenti ai tre periodi della storia del mondo: Urano,Crono e Zeus.
Le Opere e i giorni sono un poema di 828 versi,più unitario della Teogonia.
Nelle Opere vengono affrontati due concetti fondamentali del lavoro e della giustizia, esposti ricorrendo al mito di Prometeo e a quello delle cinque età degli uomini. Inoltre sono presenti consigli di morale e di economia, i precetti sui lavori agricoli e sulla navigazione e infine i consigli per il matrimonio e i rapporti con gli amici. L'aretè descritta da Esiodo è dunque quella del mondo contadino greco delle origini.
I SOFISTI E LA NASCITA DELLA PAIDEIA
Sotto la guida di Pericle, la città è il luogo di attività dei principali protagonisti della cultura greca del periodo: i sofisti,Socrate e Platone.
Il termine sofista indica i primi insegnanti a pagamento degli aspiranti politici. I sofisti intendono insegnare l'arerè politica,cioè la tecnica con cui un uomo politico può sostenere in pubblico le proprie tesi e sconfiggere quelle degli avversari. La nuova virtù consiste nell'abilità dialettica e retorica, cioè nell'arte del linguaggio.
Le tecniche insegnate dai sofisti sono due:
- la dialettica, che consiste in un serrato dialogo tra due o più interlocutori, nel quale ciascuno cerca di provare razionalmente la validità delle proprie posizioni confutando quelle dell'avversario;
-la retorica, che consiste in lunghi discorsi con i quali persuadere un vasto udito.
Importante è notare che i sofisti non identificano la conoscenza con la verità.
-Protagora di Adbera afferma: "L'uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto e di quelle che non sono in quanto non sono" ciò significa che la verità è quella che gli uomini decidono sia tale.
-Gorgia da Lentini afferma a sua volta: "Nulla è, seppure qualcosa è, non è conoscibile, seppure è conoscibile, non è comunicabile " quindi tutto sta nelle nostre capacità di persuasione.
Per queste parole i sofisti sono stati accusati di scetticismo, perché hanno affermato che non è possibile conoscere nulla con certezza, e di nichilismo, perché hanno affermato che non esistono verità assolute. Essi hanno avuto però il grande merito di contribuire alla democratizzazione della politica e del sapere sostenendo l'insegnabilità della virtù a tutti e di conseguenza l'importanza dell'istruzione e dell'educazione. Essi dunque hanno posto l'uomo e la città al centro della loro attenzione filosofica, e nella polis sono stati i primi insegnanti di professione che si sono dedicati alla formazione dell'uomo politico.
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